Stando a quanto rammentano gli ultimi dati forniti dall’OMI – Agenzia delle Entrate, il quarto trimestre 2019 avrebbe confermato la tendenza positiva per il mercato immobiliare residenziale italiano, con uno sviluppo delle compravendite pari allo 0,6% tendenziale, contro il 3,9% del trimestre precedente, per il tasso più basso degli ultimi 19 quarti.
Da una parte, dunque, la conferma di un trend che va avanti dalla fine del 2014. Dall’altra parte, un rallentamento che nel primo trimestre 2020 – causa la grave crisi pandemica in atto – dovrebbe sfociare in una contrazione. Ma quali sono le principali valutazioni che possiamo trarre dall’andamento del residenziale di fine 2019?
Un andamento non omogeneo
Il primo dato che risalta nel report OMI è, evidentemente, un andamento non omogeneo tra le varie macroaree italiane: mentre Nord Est (+ 2,2%), Sud (+ 2,0%) e Nord Ovest (+ 1,6%) proseguono una espansione più dinamica, le Isole (- 0,1%) e soprattutto il Centro (- 3,3%) sperimentano un segno negativo che, in questo secondo caso, è penalizzato fortemente dalla prestazione del principale mercato residenziale italiano, quello di Roma, dove le contrattazioni calano dell’8%.
L’opinione degli agenti immobiliari In tale scenario è di particolare interesse notare come l’opinione degli agenti immobiliari fosse discretamente confortante nel periodo in esame. Oltre a migliorare il saldo tra la quota di operatori che giudicavano favorevole la situazione del proprio mercato di riferimento e quella dei quali la ritenevano negativa, a migliorare era anche l’aspettativa sull’evoluzione del mercato immobiliare nazionale, ora maggiormente in equilibrio. Una situazione che, purtroppo, sembra essere destinata a peggiorare drasticamente nel primo trimestre 2020, a causa del deterioramento del mercato in seguito all’impatto del COVID-19.
I dati OMI sul primo quarto del nuovo anno usciranno tuttavia solamente nel mese di giugno e, dunque, nelle prossime settimane sarà utile toccare con mano le conseguenze di quanto sopra tramite altre fonti.
Mutui: diminuisce il ricorso, ma con maggiore LTV
Passando poi ai dati legati al comparto creditizio, scende ancora la quota di acquisti finanziati con un mutuo ipotecario, che nel trimestre oggetto di considerazione perde altri due punti percentuali, giungendo al 71,2%, per il valore più basso dal 2016. Di contro, si mantiene sempre piuttosto elevato (76,4%) il loan-to-value, ovvero il rapporto tra l’importo finanziato nell’operazione e il valore dell’immobile oggetto di compravendita. Poche variazioni negli altri dati Sono infine poche le variazioni negli altri dati statistici.
La quota di operatori che segnala pressioni al ribasso sulle quotazioni degli immobili, si passa dal 34% della precedente rilevazione all’attuale 30,4%. Cresce invece la quota di operatori che segnalano pressioni al rialzo, dal 7,4% al 7,7%. Ancora, la quota di agenzie immobiliari che afferma di aver venduto almeno un’abitazione nel trimestre è passata dal 78,7% dei tre mesi precedenti all’attuale 84,4%. Il margine medio di sconto sui prezzi di vendita scende dal 12,6% al 12%, mentre i tempi medi per poter vendere un appartamento sale da 7,5 a 7,7 mesi.