Mutui Casa, Il Nuovo Coronavirus È Un Brutto Risveglio

Proprio sul più bello, quando sia il mercato immobiliare che quello creditizio ad esso collegato sembravano aver intrapreso la giusta strada di consolidata ripresa, gli operatori hanno dovuto fare i conti con la pandemia da nuovo coronavirus e con le connesse conseguenze. 

Dal 9 marzo, con l’entrata in vigore delle misure di lockdown, buona parte delle attività immobiliari sono state poste in stand-by e, con queste, anche le pratiche di mutuo per l’acquisto di una nuova casa, e una quota di quelle di surroga hanno subito un evidente rallentamento.
Il risultato è stato, prevedibilmente, uno shock sul settore, peraltro non ancora pienamente visibile: i dati forniti da Abi e Crif sono infatti aggiornati alla fine di febbraio per quanto attiene la maggioranza delle variabili, rinviando alle prossime settimane un primo quadro degli effetti nocivi che il Covid-19 ha avuto sull’economia nazionale. 

Come era iniziato il 2020 

Eppure, ribadiamo ancora una volta, il 2020 sembrava aver iniziato il proprio corso con il piede giusto: i prezzi al metro quadro degli immobili erano cresciuti sia sul fronte del nuovo (+ 1,9%) che su quello dell’usato (+ 2,2%), coinvolgendo sempre più aree regionali in questa rinnovata spinta positiva; le surroghe si erano confermate piuttosto forti, mentre sul finire dello scorso anno i nuovi flussi di erogato erano finalmente cresciuti del 9,3% su base annua, ponendo fine a due trimestri di contrazione; i tassi sempre più bassi – unitamente a un valore medio degli immobili giudicato di sostanziale convenienza – parevano invogliare più famiglie a progettare la propria operazione di primo o successivo acquisto di un’abitazione. 

Un panorama piuttosto roseo che, tuttavia, si è improvvisamente bloccato nel mese di marzo, quando le misure di contrasto alla pandemia da coronavirus hanno provocato una imprevedibile e brusca battuta d’arresto. 

Le previsioni per il 2020 sono sempre più incerte 

In tali condizioni è arduo cercare di comprendere come potrà evolversi il settore dei mutui casa nella restante parte del 2020. Gli shock oggi in atto avranno certamente un effetto negativo sull’immobiliare e sui mutui, e influenzeranno alcuni segmenti in misura maggiore di altri (basti considerare al crescente ricorso al canale online, rispetto a quello tradizionale, o ancora alla concentrazione dell’interesse delle famiglie italiane sul tasso fisso, che oggi assorbe il 92% delle operazioni). 

L’impressione è tuttavia che nel medio termine possano verificarsi alcuni spiragli di tenue ripresa, a patto che dal fronte sanitario giungano positive novità su un trattamento efficace e/o un vaccino contro il nuovo coronavirus. In questo caso, la seconda parte del 2020 potrebbe realmente essere quella di un rimbalzo dei dati statistici dell’immobiliare e del settore creditizio legato alle case, che potrebbe invece tardare nelle ipotesi in cui il virus si dimostrasse endemico e, soprattutto, vi fossero delle ulteriori ondate di contagi che – nel peggiore degli scenari – favorirebbero nuove misure di lockdown per territori o generalizzato.

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